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Ricerca: European State of Climate 2021 | 27/04/2022 | Sostenibilità

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Italian - April 27, 2022 03:59 - 3 minutes - 9.1 MB
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Il Copernicus Climate Change Service – vale a dire il servizio del Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine – ha pubblicato la quinta edizione del suo rapporto annuale intitolato “ European State of Climate 2021”, da cui apprendiamo che , lo scorso anno, l’Europa ha vissuto l’estate più calda mai registrata, con alluvioni intense in Europa occidentale e condizioni di siccità nel Mediterraneo. Lo studio fornisce indicatori fondamentali ed analisi approfondite sulle condizioni climatiche nel 2021, con particolare riferimento al nostro Continente e all’Artico.
La ricerca conferma che, a livello globale, gli ultimi sette anni sono stati i più caldi di sempre, con il 2021 classificato tra il quinto e il settimo anno più caldo: e, nello specifico, la temperatura superficiale marina media a livello mondiale è risultata essere la sesta o settima più elevata dal 1850. Si osserva, comunque, anche un evidente aumento delle temperature dell'aria superficiale globale, pari a 1.1 e 1.2°C rispetto ai livelli preindustriali, sia sulla terraferma che sulla superficie del mare.
Nel corso del 2021, gli episodi di La Niña - a inizio e fine anno - hanno causato temperature superficiali marine inferiori a livello globale, se paragonate a quelle degli ultimi anni e la cosa ha finito per incidere anche sulle temperature superficiali dell’aria su terraferma e oceano. Nel complesso, il livello del mare ha continuato a crescere durante il 2021 con un aumento totale di circa 9 cm dal 1993, mentre gli ultimi dati disponibili (e risalenti alla fine del 2020) segnalano che le calotte glaciali della Groenlandia e dell'Antartide hanno continuato a subire una perdita di massa.

Nel 2021, l'Europa – prosegue il rapporto - ha conosciuto un anno decisamente contrastato: infatti, se da un lato le temperature superficiali annuali dell'aria sono state solo di circa 0.2°C superiori alla media 1991-2020 - non rientrando, quindi, nei 10 anni più caldi mai registrati - dall’altro quelle superficiali marine annuali in alcune aree del Baltico e del Mediterraneo, sono risultate le più elevate almeno a partire dal 1993.
Inoltre, la primavera europea è stata più fresca della media, con alcune zone dell'Europa che hanno registrato un inizio anticipato, seguito da una successiva fase di gelo che ha, tra l’altro, penalizzato seriamente l’agricoltura. Al contrario, il periodo estivo ha evidenziato temperature da record, al punto che quella scorsa è risultata l’estate più calda di sempre, registrando una temperatura superiore di 1 grado rispetto alla media 1991 – 2020. E a giugno e luglio, anche le temperature superficiali marine sono state particolarmente alte, con zone del Baltico in cui si è rilevato un aumento di più di 5°C rispetto alla media.
Spiegano i ricercatori di Copernicus che “il 2021 è stato un anno di estremi, tra i quali figurano l'estate più calda d'Europa, le ondate di calore nel Mediterraneo, le alluvioni e l’assenza di venti in Europa occidentale. Ciò dimostra che la comprensione di episodi meteorologici e climatici estremi assume un'importanza sempre maggiore per i settori chiave della società. Pertanto, informazioni accurate rispetto alla situazione climatica sono più che mai fondamentali per supportarci nel prendere decisioni adeguate”.
Si tratta, in sostanza, di dati oggettivi, completi e disponibili gratuitamente che saranno essenziali per raggiungere le ambizioni climatiche europee del Green Deal e Net Zero: soprattutto se si vorranno rispettare i tempi necessari per contenere il riscaldamento globale entro il limite di 1 grado e mezzo.