Sulla soluzione della crisi politica finita in queste ore al Quirinale pesa il dilemma dei numeri.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella vuole una maggioranza solida, coesa, con un programma politico chiaro.
Poi alla fine delle consultazioni deciderà se offrire una terza possibilità a Conte oppure consegnare il Paese nelle mani di un nuovo Presidente del Consiglio di profilo istituzionale: si parla di David Sassoli, Paolo Gentiloni, Carlo Cottarelli, Marta Cartabia.
La nascita del gruppo di Palazzo Madama "Europeisti- Maie- Centro Democratico" fornisce al momento dieci senatori alla maggioranza Pd, M5s e Leu. Ci sono ex M5s come De Falco, ex Forza Italia come Mariarosaria Rossi e Andrea Causin, ed altri provenienti dal Maie e dal Gruppo Misto. Non bastano ancora per sostituire i sedici di Italia Viva che si erano astenuti e che potrebbero nel futuro votare una "sfiducia costruttiva", per poi appoggiare il Governo sui singoli provvedimenti.
Con l'annuncio del nuovo gruppo di senatori da parte della Presidente Elisabetta Casellati esiste anche la loro formalizzazione sul piano giuridico, tanto che la nuova sigla è autorizzata a conferire con Sergio Mattarella.
Ma la presenza degli europeisti non modifica in modo sostanziale gli equilibri tra maggioranza e opposizione, perché i dieci membri che attualmente lo compongono hanno già votato la fiducia al governo in occasione dell'ultimo passaggio parlamentare. Dunque al Conte ter in Senato andrebbero ancora 156 voti, una maggioranza deficitaria per garantire la stabilità chiesta dal Quirinale e dal Paese.