Sono ore cruciali per il futuro del Governo. Oggi è stato convocato il Cdm sul Recovery Plan e il Presidente Giuseppe Conte tirerà fuori la bozza finale per poi chiedere il parere dei ministri e dei leader della maggioranza. Il leader di italia Viva Matteo Renzi ha già mandato a dire che non gli interessa se Conte va o no va al Quirinale, ma attende il documento. Solo allora deciderà se votare la bozza. Secondo Marcucci del Pd, da sempre amico di Renzi, alla fine Italia viva darà il via libera.
Ma al di là dello scontro politico cosa c'è scritto nelle nuove carte del Recovery?
Le risorse ammontano a 222,03 miliardi: in particolare 209,84 riguardano il Next Generation, 66,6 miliardi sono già impegnati in progetti in corso, 143,24 su nuovi progetti. La quota relativa agli investimenti per il Sud ammonta al 50 per cento. Alla sanità saranno destinati 19,7 miliardi, 7,9 per assistenza di prossimità e telemedicina e 11,8 miliardi per innovazione dell'assistenza sanitaria. Rispetto alla prima versione raddoppiano i finanziamenti destinati al comparto cruciale della sanità.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza assicurerebbe un impatto sul Pil di circa 3 punti percentuale e un incremento occupazionale importante.
32 miliardi andranno per le Infrastrutture per una mobilità sostenibile. Aumenta la dotazione per la scuola nel Recovery. Scendono a 69 miliardi i fondi destinati alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica. Lo stanziamento totale per la componente Turismo e cultura ammonta a 8 miliardi, più del doppio rispetto ai 3,5 miliardi della bozza del piano del 30 dicembre.
Il documento, almeno in teoria, recepisce in gran parte le richieste di Italia Viva.
Se non ci fosse un consenso sui numeri e sulla sostanza, rimarrebbe in campo la questione politica: il progetto di sostituire Conte con Draghi per avviare un esecutivo tecnico-politico che possa portare il paese verso la fine della legislatura.