Il Presidente della Camera Roberto Fico ha ascoltato dalle forze politiche di maggioranza un solo nome in grado di traghettare la crisi politica verso un patto di fine legislatura con un cronoprogramma. E' Giuseppe Conte. Lo hanno pronunciato durante le consultazioni M5s, Pd, Leu, autonomisti, europeisti, Maie, Centro Democratico, deputati e senatori sparsi del Gruppo Misto. Non ancora Italia Viva che si dichiara favorevole ad un Governo politico e ad un programma comune.
La strada intrapresa da Fico è quella di inchiodare alle responsabilità le anime variegate della vecchia maggioranza, ma poi dovranno essere i partiti, nella loro autonomia, a sedersi intorno ad un tavolo e stilare un programma condiviso.
Molti temi restano divisivi, soprattutto il Mes, ma anche differenti sono le visioni sull'organizzazione della distribuzione e della somministrazione dei vaccini, sul rientro a scuola in presenza, e sui vari segmenti del Recovery. Si cerca una sintesi possibile che metta da parte le divisioni, perfino la fronda anti Renzi del M5s non trova la quadra, ma al di là del programma, delle tattiche, delle strategie, per far sembrare nuovo il prossimo esecutivo qualcosa dovrà cambiare in termini di ministri e poltrone.
C'è chi mette le mani avanti.
Per Confindustria al dicastero dell'Economia deve rimanere Gualtieri. Serve stabilità, dice Bonomi.
Ma alla fine di questa pantomima, qualcuno poi dovrà prendersi la responsabilità politica di spiegare agli italiani perché il Paese ha perso settimane per una crisi inspiegabile.