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Paolo Restuccia secondo te in letteratura è giusto bestemmiare?

Vediamo cosa significa bestemmiare allora, perché detto così bestemmiare significa tutto e niente. Significa non nominare il nome di Dio invano. È quell'invano il punto perché è quello il peccato, quello di nominare il nome di Dio invano. Se la mettiamo così, il più grande e famoso bestemmiatore della letteratura è stato Dante Alighieri, che nomina Dio costantemente nella sua opera. Ma nessuno può dire, che l'abbia nominato invano. E quindi, se tu lo nomini, ma non è stato nominato invano, ma c'è un motivo profondo, non bestemmi in realtà. Stai facendo, cioè bestemmi ma non fai il peccato di nominare il nome di Dio invano. Anzi chiami in causa Dio nelle cose degli uomini. La letteratura è piena di imprecazioni, di parolacce, e anche qualche volta di bestemmie. È un male, è un bene? Dipende sempre, appunto, da quell'invano che c'è anche dentro i Dieci Comandamenti. Se uno scrittore non ne può fare a meno vuol dire che non è invano. Poi sarà il gusto, e anche le orecchie di chi ascolta, perché magari può essere offeso, a decidere se leggere oppure no un certo testo.