"La truffa venatoria ai danni dei cittadini, degli animali selvatici e degli agricoltori" | 10/03/2022 | Sostenibilità

Con un comunicato congiunto, le maggiori associazioni animaliste italiane denunciano che “con il finto pretesto di contrastare i danni all’agricoltura attribuiti alla fauna selvatica, il 1 marzo scorso in Commissione agricoltura della Camera dei Deputati si è consumata l’ennesima e gravissima truffa venatoria ai danni dei cittadini, degli animali selvatici e degli agricoltori”. Infatti, la Commissione, dopo che il Parlamento, solo un mese prima, aveva inserito a larghissima maggioranza la tutela della biodiversità e degli ecosistemi nella nostra Costituzione, ha approvato un testo ( che il comunicato definisce ”vergognoso” ) che apre alla possibilità di sparare a tutte le specie selvatiche, in qualsiasi periodo dell’anno e anche nelle aree protette. Questa modifica oltre a calpestare la Costituzione, viola anche le direttive europee sulla tutela della fauna, con il conseguente concreto rischio di apertura di procedure d’infrazione contro l’Italia. Il testo non tiene conto dei numerosi pareri scientifici acquisiti anche dalla stessa Commissione e non risponde alle richieste degli agricoltori circa la necessità di attuare misure di prevenzione dei danni da fauna, ma sfrutta invece questo disagio per adottare misure che servono solo a favorire la lobby venatoria, la quale chiede di sparare sempre di più senza preoccuparsi delle conseguenze.
La Lipu ( Lega Italiana Protezione Uccelli ) si chiede le ragioni di tutto ciò e si risponde affermando che lo scopo del testo approvato dalla Commissione Agricoltura è stato principalmente quello di consentire a ciascuna Regione di elaborare il calendario venatorio a proprio piacimento.
Pertanto, da un lato – continua la Lipu - si inserisce solennemente la biodiversità in Costituzione e dall’altro si creano istituti regionali che ne depotenziano del tutto l’importante portata innovativa. Di conseguenza, l’Associazione a tutela dei volatili preannuncia che farà davvero di tutto, affinché a questa pessima scelta della politica si ponga subito rimedio. Un atteggiamento, quindi, molto deciso nei confronti di un provvedimento che - conclude la Lipu - sembra avere l’unico intento di consentire ai cacciatori di esercitare il loro passatempo senza più alcun limite.
Il comunicato congiunto rileva anche che “se il testo venisse approvato si cancellerebbe il principio secondo cui prima di ricorrere al fucile devono essere attuati tutti i cosiddetti “metodi ecologici”, affidando, invece ed incomprensibilmente, le attività di “controllo” della fauna selvatica ai cacciatori, che spesso considerano tutte le specie selvatiche (compresi lupi, cormorani e addirittura aironi e fenicotteri ) come presenze nocive da gestire a fucilate. L’eliminazione degli animali sarebbe demandata al parere ed all’autorizzazione di istituti regionali scientificamente inadeguati per valutare correttamente le situazioni, mentre verrebbe completamente esautorata la funzione di garanzia svolta dall’Ispra, in rappresentanza dello Stato.
Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu e Wwf Italia concludono il loro appello dicendosi tutt’altro che sorprese dal fatto che questo testo – che giudicano “ delirante” - sia stato proposto da una parlamentare accanita cacciatrice, per anni presidente di associazioni di cacciatori e portabandiera delle peggiori istanze di “caccia selvaggia”. Stupisce, invece, che gli altri parlamentari presenti in Commissione Agricoltura lo abbiano approvato, nonostante le evidenti incompatibilità costituzionali che esso contiene. Per questo chiedono al Ministro Cingolani di assumere una posizione di netta contrarietà ed ai parlamentari di tutti i partiti di rimediare con urgenza a questo ennesimo e gravissimo attacco alla fauna selvatica.
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“Sostenibilità” è l’approfondimento di Giornale Radio sulle notizie relative ai cambiamenti climatici, con aggiornamenti sugli effetti del riscaldamento globale, sui piani d’azione definiti dai principali governi mondiali e sulle iniziative di compagnie e società.
A cura di Roberto Frangipane e Ferruccio Bovio
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