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Circa il 94% dei comuni italiani è a rischio dissesto e soggetto ad erosione costiera | 09/03/2022 | Sostenibilità

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Italian - March 09, 2022 04:59 - 3 minutes - 8.38 MB
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Si espande nel 2021 la superficie nazionale potenzialmente soggetta a frane e alluvioni, con un incremento che tocca rispettivamente il 4% e il 19% in più rispetto al 2017. Circa il 94% dei comuni italiani è a rischio dissesto e soggetto ad erosione costiera e, pertanto, oltre 8 milioni di persone abitano in aree ad alta pericolosità. Segnali incoraggianti giungono, invece, dalle coste italiane poichè, dopo 20 anni di interventi di protezione, i litorali in avanzamento risultano essere superiori rispetto a quelli in arretramento.
A rendere nota questa situazione è il rapporto 2021 sul “Dissesto idrogeologico in Italia, appena pubblicato dall’Ispra ( l’Istituto Superiore per la Rice4rca e la Protezione Ambientale), che descrive lo scenario di riferimento nazionale in merito alla pericolosità associata a frane, alluvioni e sull’erosione costiera dell’intero territorio italiano.
Nel 2021, oltre 540mila famiglie e 1.300.000 abitanti vivono in zone a rischio frane (13% giovani con età minore di 15 anni, 64% adulti tra 15 e 64 anni e 23% anziani con età maggiore di 64 anni), mentre sono circa 3 milioni di famiglie e quasi 7 milioni gli abitanti residenti in aree a rischio alluvione.
Le Regioni con i valori più elevati di popolazione che vive nelle aree a rischio frane e alluvioni sono Emilia-Romagna (quasi 3 milioni di abitanti a rischio), Toscana (oltre 1 milione), Campania (oltre 580 mila), Veneto (quasi 575 mila), Lombardia (oltre 475 mila), e Liguria (oltre 366 mila).

Su un totale di oltre 14 milioni di edifici, quelli situati in aree a rischio di frana elevata e molto elevata superano i 565mila (3,9%), mentre poco più di 1,5 milioni (10,7%) ricadono in aree inquadrabili in un ambito di media rischiosità. Il rapporto segnala anche che gli aggregati strutturali ( cioè gli isolati ) a rischio frane superano le 740.000 unità, per una percentuale del 4%, mentre le industrie ubicate in zone ad elevata e molto elevata pericolosità di frana sono più di 84.000 con circa 220.000 lavoratori esposti al pericolo. Per quanto riguarda, invece, gli addetti esposti al pericolo di inondazione, l’Ispra ne ha calcolati 640.000.

Inoltre, con riferimento agli oltre 213mila beni architettonici, monumentali e archeologici, il rapporto spiega che quelli potenzialmente soggetti a fenomeni franosi sono oltre 12mila nelle aree a pericolosità elevata e raggiungono complessivamente le 38mila unità se si considerano anche quelli ubicati in aree a minore pericolosità. I beni culturali a rischio alluvioni, spiega Ispra, sono poco meno di 34mila nello scenario a pericolosità media ed arrivano a quasi 50mila in quello a scarsa probabilità di accadimento (quindi, eventi estremi). Per la salvaguardia dei beni culturali, sottolinea sempre l’Ispra, è però “importante valutare anche lo scenario meno probabile, tenuto conto del fatto che, in caso di evento, i danni prodotti al patrimonio culturale sarebbero inestimabili ed irreversibili”.
Note positive arrivano invece, come si accennava prima, dalle coste italiane: il nuovo rilievo sulle coste italiane ha, infatti, consentito un aggiornamento dei dati sullo stato e sui cambiamenti in prossimità della riva da cui si ricava che “nel periodo 2007 – 2019, risulta in avanzamento quasi il 20% dei litorali nazionali, mentre il 17,9% è in arretramento”.
Le regioni che registrano ancora i valori più elevati di costa in erosione sono la Calabria (161 km), la Sicilia (139 km), la Sardegna (116 km) e la Puglia (95 km).
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“Sostenibilità” è l’approfondimento di Giornale Radio sulle notizie relative ai cambiamenti climatici, con aggiornamenti sugli effetti del riscaldamento globale, sui piani d’azione definiti dai principali governi mondiali e sulle iniziative di compagnie e società.
A cura di Roberto Frangipane e Ferruccio Bovio
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