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La blue economy | 21/01/2022 | Sostenibilità

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Italian - January 21, 2022 04:59 - 3 minutes - 7.01 MB
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La blue economy è un settore che comprende un ampio panorama di attività, le quali sono tutte accomunate dalla finalità di produrre valore economico e ambientale attraverso le risorse del mare.
I segmenti coinvolti nella blue economy – stando ai parametri individuati dall'Unione Europea - riguardano la tutela delle risorse geologiche e del patrimonio paesaggistico costiero, la difesa degli stock ittici e delle specie viventi, la produzione e la distribuzione dell’energia rinnovabile ricavata dal mare, le attività portuali, il turismo, l’acquacoltura, ma anche tutto il comparto navale, dalla costruzione al trasporto marittimo.
Nei prossimi anni, l’esigenza di più precisi criteri di sostenibilità ambientale in tutte le iniziative economiche porteranno, dunque, attività come lo sfruttamento dell'energia delle onde e delle maree per la generazione elettrica, la produzione di alghe o il ripristino degli ecosistemi e dei santuari marini, a creare nuovi posti di lavoro ed imprese verdi nell’economia blu.
In Europa, secondo stime pubblicate in occasione del recente Blue Planet Economy European Maritime Forum 2021 di Roma, il valore della Blue Economy è, attualmente, pari a 218 miliardi di euro e crea occupazione per circa 5 milioni di addetti. E l'Italia occupa oltre un quinto dei valori complessivi segnati in Europa: la blue economy nella nostra Penisola sfiora, infatti, i 47,5 miliardi di euro, pari al 3% del totale dell’economia italiana.
Secondo la Commissione Europea, un’economia blu sostenibile è essenziale per il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal europeo e per garantire un ambiente verde e inclusivo nella ripresa dalla pandemia. Basti pensare che un mix energetico sostenibile dell’oceano ( comprendente l’energia eolica galleggiante, l’energia termica, le onde e le maree ) potrebbe generare un quarto dell’elettricità dell’Ue entro il 2050.
Transizione ecologica, innovazione e rilancio dei porti in termini di doppia funzionalità ( e cioè come hub per le merci e come basi di generazione energetica ) sono oggi al centro del Piano per la blue economy che la Commissione ha presentato nel 2021 ed al quale l’esecutivo Von der Leyen intende far seguire, nei prossimi mesi, la prima direttiva sulla pianificazione dello spazio marittimo che, non a caso, sarà emanata nel 2022.
La sfida della transizione non può, pertanto, prescindere da quello che è l’elemento più diffuso nel pianeta. E per i Paesi come l'Italia, affacciati su un Mediterraneo sempre più sconvolto da emergenze climatiche, quello di realizzare un modello di sviluppo che sia in grado di unire il verde con il blu, è ormai un percorso obbligato se si vogliono affrontare seriamente le sfide economiche ed ambientali che la transizione imporrà nei decenni a venire.
In conclusione, verde e blu sono destinati a procedere sempre più in sinergia, poiché in un’ ottica che consideri la transizione energetica e climatica non solo dal punto di vista del riscaldamento globale, ma la intenda anche come una sfida economica molto più ampia, i mari e gli oceani acquisiscono, indubbiamente, un’ importanza fondamentale.
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Ascolta "Sostenibilità" a cura di Roberto Frangipane e Ferruccio Bovio
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