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Il record delle temperature delle acque oceaniche | 14/01/2022 | Sostenibilità

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Italian - January 14, 2022 04:59 - 3 minutes - 7.01 MB
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Nel 2021, le temperature delle acque oceaniche hanno fatto segnare un nuovo record, raggiungendo i valori più alti mai misurati per il sesto anno consecutivo, mentre il Mediterraneo si è confermato come il bacino che si scalda più velocemente.
Ad affermarlo è uno studio internazionale, pubblicato sulla rivista “Advances in Atmospheric Sciences”, secondo il quale "la variazione del contenuto termico degli oceani nel 2021 è equivalente all'energia che si otterrebbe facendo esplodere 7 bombe atomiche ogni secondo per tutta la durata dell'anno". Alla ricerca hanno partecipato 23 ricercatori di 14 istituzioni (tra cui l'Enea e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia).
Da sottolineare è anche il fatto che il nuovo record è stato toccato nonostante il 2021 si sia caratterizzato anche per via del fenomeno conosciuto come La Niña che, portando temperature fredde sugli oceani, ha certamente contribuito a limitare il riscaldamento nell'oceano Pacifico. L'Oceano, spiegano i ricercatori, "assorbe poco meno di un terzo della Co2 emessa dall'uomo, ma il riscaldamento delle acque riduce l'efficienza di questo processo, lasciandone una percentuale maggiore in atmosfera". Monitorare le variazioni di temperatura e di Co2 è utile – spiegano all’Istituto di Geofisica e Vulcanologia - per giungere a definire un piano di mitigazione in grado di limitare gli effetti del cambiamento climatico.

Si consideri che a causa del riscaldamento delle acque oceaniche, sta aumentando il volume e quindi il livello del mare con ripercussioni drammatiche, ad esempio, per gli atolli del Pacifico e le isole Maldive, ma anche per le aree costiere mediterranee. Oceani sempre più caldi generano, infatti, le condizioni per tempeste e uragani sempre più violenti e frequenti, abbinati a periodi di caldo esasperato in zone sempre più estese. A ciò va aggiunto che l'acqua più è calda e meno è ricca in ossigeno: e la cosa finisce per incidere sulla catena alimentare, così come un’ acqua con acidità più elevata ha conseguenze nocive su tutte le forme viventi.

Da parte dei ricercatori dell'Enea che hanno preso parte allo studio, si è espresso “sconcerto” e “ sconforto”, dinanzi ai dati emersi durante l'ultima campagna di rilevamento, effettuata a metà dicembre 2021 nel mar Tirreno, dove si è notato che ha iniziato a scaldarsi, in modo evidente, anche una zona più profonda rispetto al passato. E si tratta di un’acqua calda che ha iniziato ad invadere il Tirreno da sud, partendo dalle isole Egadi e dalla costa nord-ovest della Sicilia e che, proseguendo verso nord, ha cominciato ad interessare una zona di mare sempre più ampia ed a profondità crescenti.
Pur non essendo in grado di fare previsioni per il 2022, l’Enea spiega che l'energia che si sta accumulando nel Mediterraneo può dare “sempre più spesso origine a episodi meteo estremi come ondate di calore e violenti fenomeni precipitativi sconosciuti in precedenza in queste zone”. E il 2021, da questo punto di vista, è risultato veramente un anno emblematico, con il caldo in Sicilia ad agosto, la pioggia in Liguria e gli uragani di fine novembre nel Mediterraneo ed ancora in Sicilia.

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Ascolta "Sostenibilità" a cura di Roberto Frangipane e Ferruccio Bovio
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