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Il consumo della carne non dovrebbe essere finalizzato dal denaro pubblico | 24/06/2022 | Sostenibilità

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Italian - June 24, 2022 03:59 - 3 minutes - 7.91 MB
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Più della metà dei cittadini europei, italiani compresi, ritiene che le campagne che promuovono il consumo di carne non dovrebbero essere finanziate con denaro pubblico. E’ quanto rivela un sondaggio commissionato da Greenpeace France e realizzato in 8 Paesi europei, compresa l’Italia, proprio nel momento in cui la Commissione europea sta valutando se continuare a finanziare campagne pubblicitarie per prodotti a base di carne nell’ambito della sua politica di promozione dei prodotti agricoli. Greenpeace ricorda che “solo negli ultimi cinque anni, la Commissione ha speso 143 milioni di euro di fondi europei per promuovere prodotti a base di carne”.
Quasi il 51% degli intervistati ritiene che le campagne di promozione per aumentare il consumo di carne non dovrebbero essere finanziate dagli enti pubblici. Ed in Italia questa percentuale sale al 53%, mentre i favorevoli sono il 19%. Inoltre, il 49% dei cittadini europei (in Italia il 45%) pensa che il marketing delle aziende che commercializzano carne non dovrebbe essere rivolto ai bambini. Circa il 45% degli intervistati (il 48% in Italia) è d’accordo sul fatto che i supermercati non dovrebbero essere autorizzati a promuovere la “carne a basso costo” o a pubblicizzare, comunque, forti sconti sui prodotti a base di carne: e, nel complesso, il 40% degli Europei è d’accordo anche nel limitare la promozione della carne in generale. Il maggior sostegno alle restrizioni è stato rilevato in Italia (47%), Francia (45%) e Polonia (43%), mentre in Danimarca (30%) e Spagna (32%) si registra un’adesione inferiore.
In Italia un cittadino su due ritiene che i governi nazionali e l’Unione Europea dovrebbero adottare misure per fare in modo che venga prodotta meno carne, a causa degli impatti ambientali e sanitari della produzione intensiva: solo il 23% sarebbe contrario a tali interventi, a fronte del 30% in Europa. Il 58% degli Italiani pensa, inoltre, che sarebbero opportune anche misure per favorire un minor consumo di carne, mentre solo il 18% sarebbe contrario. Una posizione, quindi, più netta rispetto alla media europea, che vede un 48% di favorevoli e un 27% di contrari.
Il 36% del campione interpellato (in Italia il 39%) è anche d’accordo sul fatto che le aziende che commercializzano carne non dovrebbero essere autorizzate a sponsorizzare eventi pubblici o a fare pubblicità in spazi pubblici.
In conclusione, secondo il sondaggio di Greenpeace, “gli Europei sono abbastanza consapevoli degli impatti negativi della produzione intensiva di carne, latticini e uova sul benessere degli animali (68%) e sulla salute umana (60%), ma meno degli impatti sul clima (52%), sulle foreste e sulla natura (50%) e sulla qualità dell’acqua e dell’aria (54%). La consapevolezza è generalmente più alta in Germania, Svizzera e Francia, mentre in Spagna, Polonia e Danimarca è più bassa. L’Italia, rispetto alla media europea, mostra un livello di consapevolezza più alto rispetto agli impatti sulla salute (71%) e sul benessere animale (72%), e leggermente più basso rispetto agli impatti sul clima (49%)”.
In tutti i Paesi la consapevolezza è, comunque, più diffusa tra le persone con un livello di istruzione più elevato e tra le donne.