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È scattato in Italia l’obbligo di raccogliere separatamente i rifiuti tessili | 03/01/2022 | Sostenibilità

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Italian - January 03, 2022 04:59 - 3 minutes - 8.59 MB
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È scattato in Italia, con l’inizio del nuovo anno, l’obbligo di raccogliere separatamente i rifiuti tessili, mentre a livello europeo, la raccolta differenziata di questa tipologia di rifiuto diventerà obbligatoria entro il 2025.
L’obiettivo è quello di diminuire l’impatto ambientale del tessile, incentivandone il riutilizzo e il riciclo.
Secondo le stime dell’ Ispra ( l’istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ), il 5,7% dei rifiuti indifferenziati è composto da materiali tessili e si tratta di circa 663mila tonnellate annue destinate a smaltimento in discarica o nell’ inceneritore, ma che potrebbero, invece, essere in buona parte riutilizzate o riciclate.
Sempre secondo l’ Ispra, la media nazionale pro capite di raccolta di rifiuti tessili è di 2,6 chili per abitante: al nord si raggiunge la quota di 2,88, al centro di 2,95 kg, quantità che si abbassa a due chilogrammi al sud. Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Marche hanno già superato la soglia dei 3 chilogrammi per abitante, mentre Valle d’Aosta e Basilicata sono vicine alla soglia dei 4 Kg che, invece, il Trentino Alto-Adige è già riuscito a superare. Al contrario, Umbria e Sicilia raccolgono in modo differenziato meno di 1 Kg di tessile per abitante.
Attualmente, la raccolta differenziata del tessile non è ancora adeguatamente ed omogeneamente strutturata su tutto il territorio nazionale e, pertanto, si presume che compensare, in tempi rapidi, le differenze tra le varie regioni non sarà cosa facile. Con l’obbligatorietà appena introdotta, i Comuni e i gestori, che non hanno ancora attivato questo servizio di raccolta, dovranno infatti realizzarlo e regolamentarlo al più presto, comprendendo sia gli indumenti che altri materiali tessili, come ad esempio la tappezzeria, le lenzuola, gli asciugamani o gli stracci.
Tutto ciò comporterà, ovviamente, un aumento della presenza di porzioni di tessuto non facilmente riutilizzabili, con un possibile aumento dei costi di cernita e smaltimento che preoccupa notevolmente gli operatori del settore.
Qualcuno ha già invocato una proroga, quantomeno parziale, di questo nuovo obbligo prevedendo una limitazione, almeno nella fase iniziale, ai soli abiti usati, in attesa che sia l’Europa a definire in modo chiaro la propria strategia sull’economia circolare nel tessile.
Strategia europea che si prevede introdurrà, tra le sue principali novità, l’estensione della responsabilità del produttore nel comparto industriale tessile-moda, inteso come uno dei migliori strumenti per raggiungere gli obiettivi previsti a livello comunitario per rendere concreto il principio del “chi inquina paga”.
Occorrerà però, fare attenzione a che i costi non ricadano due volte sui cittadini: prima in qualità di consumatori e successivamente in quella di “inquinatori”, chiamati a pagare una tassa sullo smaltimento dei rifiuti prodotti.
A questi problemi si aggiungono pure quelli relativi agli impianti di riciclaggio: non a caso, da più parti si sottolinea la mancanza di una vera rete infrastrutturale di impianti in grado di recuperare materia dagli scarti tessili, nonostante questo business costituisca un autentico pilastro dell’economia circolare.
Infatti, secondo il rapporto “Scaling circularity”, pubblicato da Global Fashion Agenda ( il principale forum di comunicazione sulla sostenibilità nella moda ), investire nelle tecnologie per il riciclo del tessile garantirebbe di gestire l’80% dei materiali tessili (pre e post consumo) ed il 75% di quanto riciclato rimarrebbe nel sistema tessile, mentre un 5% interesserebbe altri settori industriali.
Riconvertire il sistema e avviare una vera economia circolare nel tessile-moda esigerà, pertanto, investimenti tutt’altro che trascurabili. Il Pnrr, a questo proposito, stanzia 150 milioni di euro per la costituzione di innovativi “hubs” destinati al tessile, a cui si aggiunge una parte del miliardo e mezzo destinato alle amministrazioni pubbliche per il miglioramento dei sistemi di raccolta differenziata e riciclo.
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Ascolta "Sostenibilità" a cura di Roberto Frangipane e Ferruccio Bovio
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