La mia mattina inizia come al solito: la sveglia suona alle 5,45.  La casa è silenziosa. Tutti dormono.   Scendo le scale per incontrare, come ogni mattina, il raggio di sole che illumina la sala.  Salgo il soppalco, accendo il Mac, e attendo che carichi il sistema. 
  Mi sveglio presto. Mi piace svegliarmi presto: mi fa sentire vivo, pronto ad un'altra giornata. Mi piace il silenzio della casa, per un'ora al giorno.     Fa parte della mia vita, della mia chiamata, e del mio lavoro svegliarmi presto. Lo faccio per incontrare in preghiera il mio Creatore, per avere un colloquio con lui all'inizio della mia giornata, per chiedere consigli su come affrontarla.   
  Ma fa parte della mia vita, della mia chiamata e del mio lavoro anche sapere cosa accade nel mondo. E i primi dieci minuti di quell'ora che ho davanti, prima che il silenzio della casa sia riempito dagli occhi assonnati (e belli) di mia moglie e, molto più in là, dalle voci ormai profonde e da uomini dei miei due figli, sono dedicati a sapere cosa è successo nella notte.   
  In questo mondo non siamo isole, ognuno è connesso agli altri tramite sottili fili invisibili, che hanno il potere di mutare la vita di ciascuno di noi anche a migliaia di chilometri di distanza a seconda dell'intreccio che assumono.     Apro la solita pagina dove trovo le news, scorro tra le notizie dell'afa, della crisi greca, e del governo... fino a...



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