Il mondo ci guarda e non pensa bene di noi.
Sfogliando i giornali internazionali non c'è da rallegrarsi dopo aver letto i commenti dei più autorevoli osservatori di cose italiane.
La nostra immagine già traballante è offuscata dalla più incomprensibile crisi politica della Storia del nostro Paese. Per l'agenzia Reuters, "Renzi completa la trasformazione da
riformatore a distruttore". Der Spiegel è ancora più duro: " Duello quasi tragico: da una parte Conte, il premier più popolare da 25 anni, dall'altra Renzi, uno dei politici più impopolari". Financial Times e
Guardian definiscono Renzi "Demolition man". Il tedesco Handelsblatt sottolinea che il ricatto sul Recovery Plan avrebbe dato frutti, ma questo a Renzi non gli è bastato. El Pais annota che l'Italia deve ora
trovare la formula per un probabile terzo governo di questa legislatura, nel mezzo di una pandemia proprio quando si decide il
destino di decine di miliardi in arrivo dall' Unione Europea. Il New York Times ricorda che Renzi aveva il potere di struggere e non ha resistito.
Comunque si evolverà la crisi politica, con l'ingresso di nuova linfa parlamentare a sostegno di Conte, un danno di immagine non quantificabile è già stato prodotto. E ci sono già alcuni segnali
economici da non sottovalutare: rendimenti in rialzo per i Btp e spread in rapida salita. Non solo. Da un rapporto di Banca d'Italia emerge come le banche stiano utilizzando i nuovi depositi per comprare
titoli.
Che fare allora? Riaffermare il senso alto della politica, delle istituzioni. L'idea di Beppe Grillo di mettere insieme maggioranza e opposizione per fare Bene comune in una situazione di emergenza sarebbe
auspicabile, ma è irrealizzabile nel nostro Paese. Implica notevoli passi indietro di tutti i partiti e schieramenti. Ma statisti, a parte il Presidente Mattarella, non se ne vedono all'orizzonte e il futuro
politico si fa sempre più tenebroso.