Il 29 giugno 2009 è sera e a Viareggio fa caldo.
E' in corso la stagione estiva e i ristoranti, lungo la passeggiata, sono già pieni.
Le famiglie fanno la coda davanti alle gelaterie, i bambini giocano nei parchi, e le discoteche sul lungomare sono stipate di ragazzi e ragazze che ballano e si divertono.
Il treno merci 50325 è come un mulo, di chilometri ne ha macinati tanti nella sua vita e quella sera viaggia tranquillo da Trecate (Novara), verso Gricignano (Caserta).
Trasporta gpl, una sostanza altamente infiammabile.
Poco prima della stazione di Viareggio, un asse di ferro corroso dalla ruggine si spezza, il treno perde l'equilibrio e inizia a deragliare.
Sono le 23,48. I due macchinisti prima frenano poi lanciano l’allarme e si mettono in salvo dietro un muro. Quattro cisterne si rovesciano, una di loro perde i pezzi e si sgretola. Il gas fuoriesce e l'aria diventa irrespirabile. Poi ad un tratto uno, due , tre, quattro botti e la stazione di Viareggio si trasforma in un enorme rogo. Muoiono 32 persone.
Undici anni e mezzo dopo i loro familiari si trovano ancora una volta in un'aula giudiziaria e attendono la sentenza definitiva della Corte di Cassazione.
Sperano, confidano nella giustizia. Invece no.
Tutti prescritti i reati accollati agli imputati, i vertici di Rete ferroviaria italiana, Trenitalia, Cargo Chemical, Gatx Rail Germania e Austria, altre società di manutenzione.
Il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Roberto Traversi sostiene che “in un paese civile non può esistere che la morte orribile di 32 persone resti senza colpevoli e la prescrizione impedisca l'accertamento delle responsabilità di chi doveva vigilare e poteva impedire che si verificasse una strage e non l'ha fatto.”
Uno dei familiari delle vittime, Marco Piagentini, non ci sta a digerire la decisione dei giudici: "hanno cancellato due gradi di giudizio e le perizie che hanno raccontato nella aule dei tribunali quale fosse lo stato delle Ferrovie italiane, hanno cancellato tutto con la parola 'prescrizione' ma oggi non abbiamo perso noi, ha perso il paese”.
Si può solo dargli ragione.