I mercati finanziari scommettono su Mario Draghi Presidente del Consiglio. Lo si è visto fin da subito, perfino dalle prime
indiscrezioni apparse sui vari media. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi decennali ha toccato i 94 punti base. Dalla chiusura di martedì, poco prima del conferimento a Mario
Draghi del mandato accettato 'con riserva' che ha avviato le consultazioni per la formazione di un nuovo Governo, il differenziale è sceso del 18%. Un record.
Anche il rendimento del titolo del Tesoro risulta positivo, come la Borsa di Milano sempre in rialzo che mostra le migliori perfomance d'Europa.
In genere gli analisti e le principali banche d'affari puntano su esecutivi strettamente politici con maggioranze stabili. Questa euforia immediata per Draghi, non sempre si era manifestata con
Governi tecnico-politici arrivati quasi sempre nei passaggi difficili e tormentati della nostra Storia. Si era manifestata certamente nell'aprile del 1993 quando Carlo Azeglio Ciampi si apprestava a prendere le redini del Paese nel mezzo di Tangentopoli e dell'attacco delle mafie allo Stato. Venne rimandata tra il 1995 e il 1996 durante il Governo guidato da Lamberto Dini e nel 2011 con l'arrivo di Mario
Monti. Ma anche i mercati, come lo stesso sistema politico, offrono a Draghi una aurea salvifica, di tipo messianico.
A differenza di Ciampi, Dini e Monti, impegnati a poderosi tagli, Draghi dovrà invece riscrivere e gestire il recovery, un sorta di piano Marshall italiano da 209 miliardi di euro. Solo su quello oggi puntano gli investitori.