In occasione della presentazione del suo ultimo lavoro “I tonni non nuotano in scatola”, l’autrice si racconta ai microfoni di Unica Radio È stato un incontro ricco di spunti interessanti e con una buona partecipazione di pubblico quello del 16 ottobre alla libreria Lilith – La Casa del Popolo di Carbonia, un nuovo incontro del …

In occasione della presentazione del suo ultimo lavoro “I tonni non nuotano in scatola”, l’autrice si racconta ai microfoni di Unica Radio

È stato un incontro ricco di spunti interessanti e con una buona partecipazione di pubblico quello del 16 ottobre alla libreria LilithLa Casa del Popolo di Carbonia, un nuovo incontro del Festival Éntula. Un libro, I tonni non nuotano in scatola, denso di contenuti e di significati, che illustra, fondendo sapientemente quotidianità e mistero, i temi dell’altrove, del mare e della fuga verso i luoghi delle proprie origini. E lo fa nel contesto di un’isola dai tratti affascinanti ma allo stesso tempo irrequieti ed enigmatici. Un’isola nell’isola, in cui è il mare ad essere il motore dell’economia È il mare che decide quando dare e quando togliere, e stabilisce quando si può andare da qualche altra parte o si deve stare a casa.

L’autrice, Carla Fiorentino, 41 anni, attualmente vive a Roma dove si è laureata in Sociologia della Letteratura ed è direttrice commerciale di Emons Libri & Audiolibri. A settembre 2018 ha pubblicato il suo primo romanzo, Che cosa fanno i cucù nelle mezz’ore, a cui fa seguito nella primavera 2020 Forty. Il podcast che ci rivela i super poteri dei quarantenni.

L’altrove in un isola

“Sono cagliaritana ma vivo a Roma da vent’anni, ed è come se il mio cuore fosse diviso in due, in maniera quasi fisica. Per cui, nella mia quotidianità romana, mentre per i sardi l’altrove può essere visto come la fuga oltremare, per me l’altrove è la Sardegna”.

Così l’autrice parla del tema dell’altrove, e di come questo suo sentimento personale traspaia poi nella creazione dei personaggi e delle vicende del libro. Durante l’incontro del Festival Éntula c’è stata occasione anche di confrontarsi con una parte del pubblico composta da autoctoni carlofortini. Che, con entusiasmo, hanno raccontato di come, leggendo il libro e conoscendo l’ambientazione, si siano costruiti la storia con precisione nella loro immaginazione. Questo crea un connubio perfetto con la descrizione delle abitudini e delle usanze tipiche dell’isola di San Pietro, dal loro modo di approcciarsi e accogliere i visitatori al rito antichissimo della mattanza dei tonni.