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La coalizione europea Together For Forests | 08/02/2022 | Sostenibilità

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Italian - February 08, 2022 04:59 - 3 minutes - 7.62 MB
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La coalizione europea Together For Forests – sostenuta in Italia soprattutto da Wwf, Greenpeace e Legambiente – ha chiesto ai ministri dei Paesi membri dell’Ue ( i quali il 17 marzo dovranno esprimersi sulla bozza della normativa europea per arginare la deforestazione) di assumere “un impegno forte per colmare le lacune ancora esistenti”.
Le associazioni ambientaliste evidenziano che “ finalmente le aziende che immettono determinati prodotti e materie prime sul mercato comunitario dovranno tracciarne l’origine e dimostrare che non sono collegati alla distruzione o al degrado delle foreste”. E ciò costituisce, indubbiamente, un importante passo avanti, ma non basta ancora.
A tale proposito, un gruppo di volontari di Wwf, Greenpeace e Legambiente hanno esposto a Roma un grande striscione al Circo Massimo con la scritta: “Sparito in 24 secondi! Ministro Patuanelli ferma la deforestazione”. Nel mondo, infatti – spiegano gli ambientalisti – ogni due secondi un’area di foresta grande come un campo da calcio viene distrutta: e la cosa significa che una zona dell’estensione del Circo Massimo – vale a dire uno spazio che può contenere mezzo milione di persone – sparirebbe in soli 24 secondi.
In questi giorni, la coalizione Together For Forests è scesa in piazza in 14 Paesi europei per chiedere ai ministri competenti che “la bozza della normativa per la tutela delle foreste pubblicata lo scorso novembre venga integrata con alcuni punti essenziali”. 1 ) Innanzitutto, la lista di prodotti e materie prime stilata dalla Commissione dovrà comprendere tutti quei prodotti la cui filiera genera distruzione delle foreste come, per esempio, la carne di maiale e di pollo (e non solo quella bovina), la gomma e il mais. 2 ) Inoltre, è necessario che il divieto di importazione venga esteso anche a prodotti che mettono in pericolo altri ecosistemi di grande importanza per la salvaguardia della biodiversità e del clima del pianeta, come le savane e le zone umide. Ciò per evitare che la pressione dell’agricoltura industriale, invece di diminuire, venga semplicemente spostata dalle foreste verso altri ecosistemi.
3 ) Un terzo punto sollevato dagli ecologisti concerne il rispetto delle normative internazionali per la tutela dei diritti umani, che non viene considerato tra i requisiti per immettere prodotti sul mercato comunitario, “ lasciando i Popoli Indigeni e le comunità forestali tradizionali esposti ad abusi e violenze”.
4 ) Infine, sempre secondo Together For Forests “ è necessario che la proposta affronti l’impatto degli investimenti del settore finanziario europeo sugli ecosistemi del pianeta”.
Nel 2020 oltre 160 organizzazioni non governative e un milione di persone, tra cui 75 mila italiani, hanno firmato una petizione promossa dalla Coalizione per chiedere all’Europa una normativa rigorosa, che sia in grado di impedire l’importazione di prodotti legati alla distruzione delle foreste e alla violazione dei diritti umani. E poiché, come si è detto, il 17 marzo i ministri dell’Ambiente dei Paesi Ue si riuniranno per esaminare la bozza di normativa e discuteranno se accogliere o meno gli emendamenti presentati, da venerdì scorso è attivo, sui siti web di Wwf e Legambiente, uno strumento che permetterà a chiunque di inviare una email direttamente ai ministri competenti: “ lo scopo – concludono gli ambientalisti – è quello di sottolineare la propria preoccupazione per la distruzione degli ecosistemi naturali di cui l’Unione Europea è responsabile e di conseguenza chiedere di sostenere una legge forte e ambiziosa per contrastare efficacemente il problema”.
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Ascolta "Sostenibilità" a cura di Roberto Frangipane e Ferruccio Bovio
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