Ancora oggi, stima l'Organizzazione Mondiale della Sanità, più di 500 milioni di persone non hanno accesso ad acqua potabile, mentre altre centinaia di milioni di persone sono dipendenti dalla dissalazione dell'acqua di mare, che nonostante i molti progressi fatti negli ultimi anni è ancora molto energivora. Da anni, per questo processo, non ci si affida più alla distillazione, che prevede di far bollire l'acqua, ma a speciali membrane filtranti, attraverso le quali potenti pompe spingono l'acqua. Ciò nonostante l'arabia saudita impiega ancora oggi oltre 1,5 milioni di barili di petrolio al giorno (il 15% circa della sua produzione) per alimentare la dissalazione dell'acqua.
La notizia è che uno studio pubblicato su Nature Nanotechnology da un gruppo di ricercatori del
del KAUST (Arabia Saudita), del Politecnico di Torino e dell'Università di Montpellier descrive il processo per realizzare un nuovo tipo di membrana, significativamente più efficiente di quelle attualmente in commercio, ma non così diversa da renderne problematica la fabbricazione dall'attuale industria delle membrane, né tantomeno l'adozione negli impianti attuali.

Ospite Alberto Tiraferri Prof. Associato al Dip di Ingegneria dell'Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture del Politecnico di Torino