Un piccolo omaggio a colui che fece sbocciare la fede in Cristo in un bambino di sette anni: il mio ricordo di don Agostino Ballarotto, morto a novantadue anni.
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Nella mia vita (e nella mia fede) ho avuto la fortuna di avere molti padri e madri spirituali.

Tu sei stato il primo.

Come parroco di un bimbetto di sette anni che quasi nulla sapeva, se non attraverso la fede di

altri ed alte in famiglia, sapesti far crescere quel desiderio sbocciato cosรฌ presto quando ti chiesi โ€œDon Agostino, come si fa a diventare prete?โ€. Tu sorridendo, non cercasti di spiegare, ma rispondesti, semplicemente: โ€œAspetta, cresci, e se avrai ancora la vocazione, vedrai che sarร ย Dio a raccogliere quel tuo desiderio e ad indicarti il come.โ€ E mi regalasti un piccolo libretto: fu la mia prima โ€œBibbiaโ€, il primo incontro con i Vangeli.

Poi la mia vita prese alte strade, e non ci incontrammo piรน; fino a quando, poco prima di sposare, venni da te assieme alla mia futura sposa. Il motivo ufficiale era quella di avere i documenti da poter portare in Inghilterra per sposare in chiesa, ma fu piรน il ritrovare un vecchio amico, una guida, che fecero di quel rapido incontro qualcosa di speciale.

Fu cosรฌ che, quanto ti dissi, che, per altre strade, quel desiderio di bimbo si era avverato, come dicevi tu, attraverso i โ€œcomeโ€ di Dio, dopo aver allargato il tuo grande sorriso, come a dire: โ€œTe l'avevo detto! Sono felice!โ€ ancora una volta mi regalasti libri: uno tuo, che nei traslochi della mia vita ho smarrito, ed uno con il โ€œCantico delle Creatureโ€ di San Francesco. Non smettevi, neppure dopo tanti anni, di insegnare al tuo discepolo.

Dovrei essere triste, ma non lo sono. Perchรฉ so che ora, al cospetto di Colui che hai servito, stai ricevendo il frutto di ciรฒ che hai seminato in terra.

Ti abbraccio. Il tuo โ€œMarcolinoโ€.