Sanremo e la "trivializzazione" a tutti i costi dei simboli, in nome del "politically (s)correct" | 8 Marzo 2021 |
Riflessioni
English - March 08, 2021 08:55Christianity Religion & Spirituality preghiera pregare parlare dio devozione salmi Homepage Download Apple Podcasts Google Podcasts Overcast Castro Pocket Casts RSS feed
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Non guardo Sanremo da almeno trenta anni, se non per qualche minuto "zappando" da un canale all'altro, per cui ciò che ricevo da esso non è in forma diretta ma attraverso il "rimbalzo mediatico" su altri media.
Alla mia età ormai non mi scandalizzo più di nulla, e sinceramente non mi importa un fico secco se il "servizio pubblico" (che ormai non è pubblico da decenni, ma asservito a sponsor e major di vario genere... il canone serve solo per "contentino", mica per reggere la baracca) faccia informazione o disinformazione, se promuova o meno teorie strampalate, lobby più o meno potenti e quant'altro.
Ma non posso non rimanere amareggiato che un professionista che stimo (o, dovrei dire, stimavo?) come Rosario Fiorello si presti ad offendere simboli che identificano una cultura, un popolo, una fede che convolge miliardi di persone nel mondo. Qualsiasi essa sia.
Lo dico non perché mi senta offeso perché sono cristiano; avrei detto lo stesso se si fosse presentato vestito da ayatollah, o da bonzo, o da sik, o da qualsiasi altra cosa che identifichi una fede, una filosofia, un movimento di pensiero.
Ma lo dico perché la testa ( ancorché coronata di spine) di Fiorello non è neppure stata sfiorata dal pensiero che quel simbolo, trivializzato e asservito ad uno spettacolo serale (non spetta a me dire se bello o brutto, non lo ho visto e non lo voglio vedere), sia uno di quei simboli che portano alla persecuzione e sovente alla morte milioni di persone nel mondo.
Per poter ricordare quella persona coronata di spine, tra qualche settimana, milioni di miei frateli e sorelle in Cristo sfideranno lo scherno, la riprovazione, il carcere, le frustate, la lapidazione, la morte...
Spero vivamente che l'uomo Fiorello (non l'artista) possa riflettere sui simboli... e magari scusarsi.
Marco