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Google è una di quelle aziende che hanno cambiato il mondo più di tutte. Ci ha salvato la vita chissà quante volte, ma capita anche che faccia innervosire per dei cambiamenti ed errori.
Ecco quindi cinque dei peggiori errori di Google, scelti tramite una discussione su Slack!
Allo
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Nel 2016 sono successe molte cose. La maggior parte di quelle cose erano brutte. Caso in questione: Google ha annunciato Allo al Google I/O 2016.

Il piano era quello di sostituire la popolarissimo ma alquanto inutile piattaforma Hangouts con la messaggistica basata su numeri di telefono di Allo. Questo quando Google voleva competere con Whatsapp, che domina la messaggistica in molte parti del mondo.

Tuttavia, ci ha sottoposto tutti ad Allo, anche in luoghi come gli Stati Uniti dove allegare servizi a un numero di telefono è spesso un fastidio.

E’ stato lanciato con una versione rudimentale di Assistant e la possibilità di rendere i tuoi messaggi davvero grandi o piccoli. Ciò che non aveva erano funzionalità di base come un’app desktop o il supporto SMS.

È stato un casino fin dall’inizio. Naturalmente, ha passato quei due anni cercando di convincere tutti noi a lasciarci alle spalle Hangouts.

E così abbiamo popolato di un altro soldato il fantastico cimitero di Google

Lo scorrimento di Google+
Google+ non è stato il primo tentativo di Google ai social network.

Google ha implementato il pulsante G+ per la condivisione, la pianificazione degli eventi, la messaggistica, la gestione delle foto, la condivisione della posizione e altro ancora. Molte di queste funzionalità erano parte di altri prodotti in precedenza, ma Google era ossessionata dall’aumento dell’utilizzo di G +.

Ha anche preso la decisione molto controversa di racchiudere G + come base per ogni account Google, quindi, se volevi lasciare un commento su YouTube, avevi bisogno di un account Google +.

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Google alla fine si è tirata indietro con i commenti di YouTube, ma G + ha continuato a esistere come piattaforma di distribuzione dello spam.

Google ha praticamente abbandonato G +, lasciando il suo cadavere in decomposizione per puzzare tutti gli altri prodotti di Google fino a quando non ha ammesso che nel 2018 era già morta, per poi esser sostituita nel 2020 da Google Currents.

Però molti hanno lasciato contatti ed amici, che conoscevano da tempo proprio grazie a questa piattaforma morente

Formato immagine WebP
Google ha l’abitudine di uccidere prodotti apparentemente per capriccio.

Se solo lo facesse anche con il formato immagine Webp. Google ha annunciato il WebP anni fa come un modo più efficiente per comprimere le immagini per il Web.

L’efficienza di WebP è discutibile, ma la comodità non lo è: non è affatto conveniente perché praticamente nessun software a parte i browser supporta il formato.

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Test di efficienza WebP, tramite Johannes Siipola

Hai mai scaricato un’immagine e hai pensato, “Oh, bene. Questo è un WebP“. Probabilmente

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