Dal 1975 in poi in Italia si assistette ad una terribile epidemia: non era un virus a colpire i giovani di quelle generazioni, ma la diffusione di una nuova sostanza destinata a cambiare per sempre le loro vite. Quello che mi ha sempre colpito di questa vicenda terribile è stato, negli anni a seguire, rendersi conto di come all’epoca si fece e si parlò poco del fenomeno, se non come un fatto assodato, un problema esistente, la cui unica, vera causa erano le pessime scelte di quei giovani, di quelle generazioni. Ed essendo frutto di una scelta, in un paese che ama appoggiarsi ai sensi di colpa, non era un problema della società, ma di chi faceva quella scelta, ed erano quelle persone e le loro famiglie a dover pagare il prezzo e trovare una soluzione.