"Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita". Il Vangelo di oggi ci apre un po’ gli occhi perché noi possiamo pure conoscere tutto il catechismo, tutta la Bibbia a memoria, tutta la teologia, tutti i riti ma è pura illusione se rimaniamo ancora distanti da Dio. Per noi, diceva un nostro professore, il cristianesimo: “è Gesù Cristo!, e la dottrina, la Parola, la teologia, la liturgia sono solo modi diversi di scoprire, amare, e aggrapparci a Lui. Un cristianesimo senza la persona di Gesù è fumo senza arrosto. Senza Cristo sarebbe solo un’ideologia, una in mezzo alle altre o un insieme di moralismi adatti solo a complicare la vita delle persone”. Chi non ha mai fatto l’esperienza dell’incontro con la persona di Gesù non può gustare la dolcezza della vita cristiana e non può essere libero. "Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?". Il peggio è proprio questo: “avere tutto davanti agli occhi e non accorgerci dell'essenziale: tornare alla persona di Cristo”. La quaresima è tempo di tornare all’essenziale e lasciare cadere le maschere dell’ipocrisia, di far apparire ciò che siamo per davvero. La conversione a cui ci invita il vangelo di oggi non ci coinvolge solo personalmente ma ci interroga anche come famiglia, come comunità, come Chiesa. Si interrogava un articolista: “stiamo costruendo attorno alla Sua Persona o attorno a delle strategie pastorali, a iniziative, a concetti, a tentativi anche lodevoli in ambito caritativo ma che non sono un modo più forte e decisivo di aggrapparci a Lui? C'è ancora Gesù lì dove tutto parla di cristianesimo? C'è ancora Lui o solo l'ombra delle Sue idee?” In questo tempo di quaresima proviamo a rispondere a questi interessanti interrogativi.