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[Dom 8] Commento: Le mie pecore non andranno mai perdute.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Italian - May 07, 2022 22:00 - 2 minutes - 134 Bytes
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L'immagine del pastore e delle pecore è frequente nella Bibbia sin dall'antico testamento. Nei Primo libro dei re, per descrivere uno stato di desolazione e di sbandamento del popolo eletto leggiamo: «Vedo tutti gli Israeliti vagare sui monti come pecore senza pastore» e il profeta Zaccarìa in una situazione analoga dice: «Vanno vagando come pecore, sono oppressi, perché senza pastore». Un salmista invece, volendo predire la sorte di coloro che confidano in se stessi e non nel Signore, che si affidano al proprio orgoglio, così si esprime: «Come pecore sono avviati agli inferi, sarà loro pastore la morte». Nel libro di Giuditta, nel suo primo incontro con Oloferne, leggiamo: «Tu li potrai condurre via come pecore senza pastore e nemmeno un cane abbaierà davanti a te». Gesù ricorre spesso a queste stesse immagini, molto familiari ai suoi ascoltatori. Egli si commuove dinanzi alla folla: «Perché erano come pecore senza pastore». Anche nel giudizio finale riappare la figura del pastore e delle pecore: «E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri». Gesù oggi si proclama pastore, che conosce le sue pecore. Queste a loro volta conoscono la voce del pastore buono, è per loro una voce amica, è la loro guida ai pascoli migliori, si sentono da lui protette. Si instaura una relazione di amicizia, un autentico rapporto di amore. I presupposti sono: la docilità nell'ascolto della voce divina da parte delle pecore e la cura amorosa da parte del pastore; una cura che significa per Cristo il dono della vita. Siamo così nelle mani di Dio e nessuno può rapirci dalle sue mani perché dice Gesù: «Io e il Padre siamo una cosa sola». Il dono finale è per noi la vita eterna, l'approdo alla mèta ultima della nostra vita. È il frutto della redenzione, è la nostra Pasqua da vivere nel tempo e attendere nell'eternità.