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Riaperta la nuova inchiesta sulla strage del 904. I pm: alleanza tra mafia, servizi e politica | 13/02/2024 | Il Corsivo

Il Corsivo di Daniele Biacchessi

Italian - February 13, 2024 07:25 - 2 minutes - 2.42 MB
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A cura di Daniele Biacchessi

Il 23 dicembre 1984, l'antivigilia di Natale di quarant'anni fa, una bomba ad alto potenziale veniva piazzata su una carrozza del Rapido 904 da Napoli a Milano, nella galleria direttissima di San Benedetto Val di Sambro. 16 morti e 207 feriti. Le indagini e i processi non hanno portato una verità piena, ma hanno accertato la matrice mafiosa dell'attentato. Il penultimo troncone aveva coinvolto Pippo Calò come organizzatore e Totò Riina come mandante della strage, ma la sentenza definitiva lo ha assolto per insufficienza di prove. Da pochi giorni la procura distrettuale antimafia di Firenze ha riaperto l’inchiesta, con nuovi elementi. I magistrati intendono accertare le complicità esterne a Cosa nostra in quella stagione stragista che inizia con la bomba al rapido 904 fino alle stragi del 1993 e 1994. Per gli inquirenti c’è la necessità di operare un approfondimento “in relazione alla posizione di soggetti all’epoca non coinvolti nel processo principale contro il cassiere di Cosa Nostra Pippo Calò”.  La nuova pista investigativa viene seguita dai procuratori aggiunti Luca Turco e Luca Tescaroli in collaborazione con i carabinieri del Ros. Da quello che emerge, ci sarebbe stata una vera e propria alleanza tra Cosa nostra, i servizi segreti di allora, cioè funzionari del Sismi e del Sisde, e la politica. Quale era dunque la strategia dei corleonesi negli anni Ottanta? "La mafia voleva distogliere l’attenzione dal maxi processo e dalle indagini che stavano facendo Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, quindi creare una strategia d’azione verso l’Italia, al nord, per distogliere l’attenzione dal sud e poter fare “i nostri interessi”, spiega Giovanni Brusca rispondendo alle domande dei pm Turco e Tescaroli. Brusca oggi accusa Antonio Madonia, il boss palermitano vicino ai corleonesi ma con forti legami con esponenti dell’estrema destra e con apparati deviati delle istituzioni. Quella del rapido 904 è una delle pagine rimaste oscure della strategia della tensione mafiosa che il nostro Paese ha diritto di conoscere.

"Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca.

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