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La rabbia del padre di Ilaria Salis e la mancanza di coraggio della politica | 06/02/2024 | Il Corsivo

Il Corsivo di Daniele Biacchessi

Italian - February 06, 2024 07:25 - 2 minutes - 2.33 MB
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A cura di Daniele Biacchessi

Le immagini di Ilaria Salis, maestra antifascista di Monza detenuta nelle carceri ungheresi da un anno, apparsa in un tribunale legata mani e piedi, hanno fatto il giro del mondo, suscitando indignazione e vergogna. Il padre di Ilaria, Roberto Salis, chiede al nostro Governo un intervento immediato sul trasferimento della figlia in Italia perché le condizioni del sistema penitenziario ungherese è disumano e si muove fuori dalle regole europee. Solo ieri Roberto Salis si è recato a Roma e ha incontrato i ministri degli esteri Antonio Tajani e della Giustizia Carlo Nordio. Era stata promessa una nota, da depositare al giudice ungherese, con la quale Palazzo Chigi rassicurava Budapest sulle condizioni di sicurezza che la detenuta Salis avrebbe avuto una volta trasferita in Italia: braccialetto elettronico, controllo da parte della polizia giudiziaria, partecipazione certa alle udienze, nessun pericolo di fuga. Invece, da quello che racconta Roberto Salis, nessun documento è stato scritto e inviato in Ungheria. Il motivo? Il Governo non può interferire nel procedimento e nello status di libertà dell’indagato e un’interlocuzione epistolare tra un dicastero italiano e l’organo giurisdizionale straniero sarebbe irrituale e irricevibile. Si tratta di una risposta burocratica, certamente basata su elementi veri, ma che nasconde però la mancanza di coraggio della politica italiana. Al di là di come la si pensi, la difesa dei diritti del detenuto è scritta nella nostra Costituzione e nelle direttive europee. L'Ungheria fa parte dell'Europa , ma il suo leader Victor Orban la sta  trasformando da stato liberale a democratura. Con le sue politiche sovraniste e populiste è riuscito a frenare ogni iniziativa di sviluppo europeo, ma solo negli ultimi giorni ha permesso di sbloccare 27 su 50 miliardi di finanziamenti all'Ucraina, in cambio di altre entrate per il suo paese. Chi lo sostiene in Europa nonostante i suoi plateali ricatti? Vedremo alle prossime elezioni europee. 

"Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca.

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