Guillermo del Toro torna con un nuovo film, dove per la prima volta non crea nessun mostro, nessuna creatura fantastica: mette in scena "solo" l'oscurità e la bestialità umana.



"Nightmare Alley - La fiera delle illusioni" è l'adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di William Lindsay Gresham, un racconto noir continuamente compenetrato da un senso latente di morte, dove il suo personaggio "faustiano", è artefice e carnefice del suo stesso destino. Con un soggetto così intriso di umanità dark, Guillermo del Toro non poteva che non tirare fuori il meglio di sé, realizzando un grande film d'altri tempi.

La messinscena è imponente, gli attori splendono, il ritmo è lento ma congeniale all'atmosfera dark e sognante del racconto.



Il film si può dividere in due momenti narrativi:

il primo è ambientato in un circo itinerante degli anni '40, e rappresenta tutto l'amore che il regista messicano nutre per i freaks e per la dimensione magica e surreale;
il secondo invece, abbandona l'atmosfera favolistica e sprigiona tutta quell'oscurità e brutalità di cui il protagonista si farà rappresentante nel corso degli eventi.

"Nightmare Alley - La fiera delle illusioni" è un viaggio introspettivo nell'orrore umano, costellato di avidità, odio, manipolazione, ego e bramosia, in cui non viene mai dimenticato quel candore e quella goccia di fantastica magia che rende, forse, un po' più accettabile la nostra realtà.



In questo ultimo film di Guillermo del Toro, non ci saranno i mostri a fungere da specchi alle nostre anime, ma saremo soli e indifesi ad affrontare gli abissi più infimi della natura umana, continuando a domandarci: "chi è la vera bestia"?


Viva il cinema!