FastLetter - Una fonte buona dalla quale aggiornarsia cura di Giorgio TavernitiN. 22 - 18 Marzo 2022Di cosa parliamoLa vecchia Link Building è mortaL'importanza dei ForumAddio Google Universal Analytics: e non c'è molto tempo (con contributo di Marco Quadrella)Sull'advertising abbiamo grandi newsIl WMF arriva in Fiera NFT su Facebook e InstagramTutte le altre newsStrumentiDa LeggereIntervisteSalutiPremessa: ritengo la newsletter qualcosa di diverso rispetto a tutto il resto. Lo ritengo un canale un po' più intimo. Ecco perché mi permetto tanto di raccontare cosa faccio e cosa penso. Più di altri canali. Ci tenevo a dirlo e a ringraziare tutte le persone che la stanno condividendo: è per me l'aiuto più importante che potete darmi. Il ringraziamento per l'impegno nel divulgare queste informazioni. Credo inoltre che riprenderò a fare le live, ma solo con Q&A e racconto di cosa accade. Forse con il format del Community Friday, ovvero mettere in rilievo i commenti più interessanti. Se riesco già oggi, Venerdì, alle 11:00 sarò live. E saranno sempre tutte disponibili dopo.L'edizione di questa FastLetter contiene un sorta di approfondimento sulla Link Building. Credo che sia vitale per tutte le persone che lavorano nel Digital Marketing. Ne approfitto per ringraziare Luca Bastianello che mi ha suggerito di modificare l'effetto sonoro che usavo per il passaggio da una parte all'altra: ora c'è il suono di un cambio pagina. Se non vi piace, suggeritemi un cambio pagina migliore!LA VECCHIA LINK BUILDING È MORTAMe lo ricordo come fosse oggi. 21 Novembre 2015: sul palco del Search Marketing Connect arriva il momento dell'ultimo intervento, quello dove solitamente diamo uno sguardo al futuro. Quell'anno ci inventammo un format particolare: Disconnect: The Show! Tre persone, 7 minuti per ogni argomento. Io portai due temi.Partiamo dal secondo: dissi che i meccanismi di YouTube che tengono in considerazione cosa fa l'utente con i video sarebbero stati applicati anche alla ricerca. Citai un brevetto e conclusi quella frase dicendo: si andrà sempre più verso il valutare la fruibilità della risorsa. Non solo la parola risorsa è diventata un mantra, ma la considerazione che gli algoritmi di YouTube fossero utili all'ecosistema Google era già evidente. Martedì 22 Febbraio pubblicherò su FastForward un video di approfondimento su Google Discover e il suo probabile algoritmo copiato da YouTube. Il video è già pronto ed è in modalità première: ovvero andando qui puoi settare un promemoria che ti avviserà alla sua pubblicazione.Ma vediamo al primo tema: ipotizzai che "I link di bassa qualità (non quelli spam) saranno ignorati e (forse) non ce lo diranno". Metto la slide come promemoria che riporta la frase:Le prime avvisaglie ci furono nel 2018, quando John Mueller dichiarò che i link dai comunicati stampa venivano ignorati. E io sono molto contento di tutte le persone che seguendo la divulgazione che facciamo, cambiano approccio e non perdono anni di lavoro. Perché anticipare i motori di ricerca di molti anni è fattibile. In questo caso di tre anni.Il 17 Febbraio del 2021 Martino Mosna portò alla luce quanto è facile individuare un network di link: creò una discussione su Connect.gt che poi diventò un intervento al Search Marketing Connect. Leggo una parte della descrizione: "si spendono un sacco di risorse per rendere non riconoscibile l'impronta di una Private Blog Networks: hosting differenti, software differenti, intestazioni dominio differenti...ma le informazioni che la rendono identificabile sono in piena vista". Ecco, in questa piena vista, Martino aveva individuato i link e recuperato qualcosa nel posizionamento tramite l'inserimento del famoso rel sponsored/nofollow da parte di testate para-giornalistiche che linkavano il cliente. Aveva anche fatto la procedura che comunica a Google di ignorare qualche link e che si chiama Disavow, ma non aveva sortito altri effetti.Il 14 Marzo del 2022 la discussione riprende, al post numero 61 fatto da SimoneFlo dove parla dell'importanza dei link nei PDF come backlink involontari e tocca un tema a me molto caro che seguo dai primi anni 2000 e che ho raccontato nella discussione.Ma è due giorni dopo che viene sganciata la super news che da il titolo a questa newsletter: Luca Bove segnala che Marie Haynes ha smesso di vendere la sua lista di domini che inseriscono link tossici perché la procedura del Disavow non è più così efficace. Quella che per Martino era una frase come un'altra (ovvero che il Disavow non aveva sortito effetti) è in realtà una rivelazione per Marie e per chiunque faccia questo mestiere. Per chi non lo sapesse, la procedura del Disavow consiste nel dare a Google un elenco di siti o pagine che stanno mettendo dei link a noi, ma noi non li vogliamo. Questo perché quei link sono dannosi. Per anni è stata una procedura con molti benefici.Secondo Marie, riporta Luca, siamo arrivati ad un livello in cui il Machine Learning riconosce i link non buoni e li ignora. E se i tool riescono a riconoscere che ci sono delle anomalie nei link, figuriamoci Google. Anche Martino non è ovviamente sorpreso, cosa che si aspetta da anni visto che lo conosco e infatti scrive: Google ha la mappa del link graph dell'intera internet... oltre ai migliori ingegneri del software.La mappa del link graph dell'intera Internet. Mi ha ricordato proprio una slide del corso SEO, una delle poche slide che non cambio da più di 10 anni. Uso una metafora e dico: immagina la tipologia di siti come se fosse una nazione. Article Marketing significa…Madagascar, ad esempio. Puoi fare anche 100.000 article marketing, sempre in Madagascar finisci. Questo credo che renda di più l'idea di come sia facile per Google individuare link di bassa qualità e ignorarli.La vecchia link building è morta. L'intelligenza artificiale di Google ne sta decretando la fine. Se ci ritroviamo oggi con una procedura del Disavow che diventa poco utile vuol dire che siamo arrivati ad un livello molto importante sul riconoscimento dei link. E sapete qual è la cosa più bella di tutte? Che gli algoritmi di Machine Learning di Google li abbiamo addestrati noi SEO. Con i nostri rel=nofollow, sponsored e UGC che sono passati da essere una direttiva a essere solo un consiglio. Con i nostri Disavow che abbiamo inondato Google di segnalazioni di siti di bassa qualità. Possiamo quasi dire che come SEO abbiamo fatto un ottimo lavoro di pulizia. Brave e bravi.Se da una parte è dunque vero che la vecchia Link Building è morta dall'altra abbiamo una grande verità: chi la fa bene ha risultati molto più elevati di un tempo. Ebbene sì: andando ad eliminare nel conteggio dei link quelli che sono di bassa qualità non si fa altro che dare più importanza agli altri. Questo può avvenire in modo diretto, indiretto o in entrambi i modi. Non lo sappiamo perché non conosciamo a fondo e con precisione i tanti algoritmi che Google usa per elaborare questo tipo di informazione.Mi piacerebbe davvero sapere come le persone che si occupano di Link Building si sono evolute in questi anni, per questo motivo avevo pubblicato tempo fa una richiesta di aiuto nella costruzione di un sondaggio serio sul tema. Nel caso in cui qualcuno volesse darmi una mano, potete contattarmi anche qui con un commento.Intanto io preparerò una serie di video sul tema per FastForward, ma se posso darvi un consiglio che comunque do da sempre: state alla larga dai posti dove è facile ottenere link. Il massimo sarebbe sviluppare strategie che portano link in modo naturale, ma per chi non ci riesce: aumentate il più che potete la qualità del link. Il rischio è che molti link verranno declassati, voi scenderete e non saprete nemmeno il perché.L'IMPORTANZA DEI FORUMNon smetterò mai di evidenziare quanto piattaforme simil Connect.gt siano fondamentali: ogni evento importante viene discusso portando al presente tutta la conoscenza passata. In quella discussione aperta da Martino Mosna, e come queste ne troviamo molte, attraverso i pensieri e i link si permette a chiunque di assaggiare tutto ciò che sappiamo su un tema.Si parla spesso di innovazione e la si lega a concetti nuovi: lo sono stati i social, lo è oggi tutto quello che fumosamente viene ricollocato sotto la parola WEB3.Ma così come siamo bravi a parlare degli aspetti positivi di una innovazione, siamo sempre meno bravi a parlare dei problemi. Usiamo ancora oggi i Social Media in modo eccessivo e bruciamo conoscenza. Bruciamo tutti gli argomenti facendoli esaurire nel tempo di un click. Perdiamo la memoria storica. Perdiamo troppo.Sono consapevole che partecipare ad un forum per alcuni può essere gravoso, che i riconoscimenti dai post che mettiamo sui social in termini di interazioni ci danno quella scarica di adrenalina che è una soddisfazione superficiale ma per molti necessaria oggi. Lo so. Ma questo non cambia che stiamo bruciando conoscenza.Mettetevi una mano sulla coscienza digitale e ritornate a contribuire sui forum e blog. Sulle newsletter. Fatelo per le nuove generazioni. ADDIO A GOOGLE UNIVERSAL ANALYTICS: E NON C'È MOLTO TEMPO (con contributo di Marco Quadrella)Quando c'è un casino molto grande ecco come le piattaforme di cui sopra diventano sempre più utili. Ad esempio Google Analytics sta subendo una doppia difficoltà. Da un lato quella del casino con i dati e la privacy, dall'altro il passaggio a Google Analytics 4.E allora voglio dire che la sezione Google Analytics e Web Analytics può essere un punto di riferimento importante. È un grande archivio. Se hai dei dubbi puoi cercare aiuto e ne beneficeranno tutte le persone in futuro. Vediamo qualche esempio:da questo post in poi parliamo di come usare Google Analytics in modo legale, anche in Italia. Tema principale della scorsa puntata della fastletter (contributi principali di Trocca e Mosna)qui di come tracciare le Web Stories (prima o poi vi servirà)poi ho condiviso i nuovi parametri UTM di GA4 (contributo principale di Pavan)qui le alternative a Google Analytics (contributo di P