Una nota dell'Api, l'Associazione che riunisce gli acquacoltori di Confagricoltura, nel presentare gli ultimi dati rilevati sulla produzione e il consumo, segnala che gli effetti della pandemia hanno colpito, in modo particolare, gli allevamenti in acqua dolce e la pesca sportiva, i quali hanno pagato il prezzo più alto, con perdite fino al 40 %, mentre le specie ittiche allevate in mare hanno tenuto grazie anche alla ridotta produzione italiana che fornisce solo due pesci ogni dieci venduti. La chiusura del canale della ristorazione si è tradotta in un 30 % in meno delle vendite.
73.200 imprese italiane rischiano di chiudere definitivamente e si tratta di attività che hanno tra i 5 e 499 dipendenti. Un colpo durissimo che equivale al 15% del totale. Di queste, 19.900 sono collocate al Sud e 17.500 del Centro Italia. Sono dati emersi da un’indagine Svimez –Unioncamere, che evidenzia come le imprese più a rischio siano quelle che “hanno forti difficoltà a resistere alla selezione operata dal Covid come risultato di una fragilità strutturale dovuta ad assenza di innovazione (di prodotto, processo, organizzativa, marketing), di digitalizzazione e di export”.
Il supporto economico del Governo, con il decreto Sostegni e il decreto Sostegni bis, per una cifra complessiva di 45 miliardi di euro non coprirebbe nemmeno il 13% delle perdite denunciate dalle aziende. Lo afferma la Cgia di Mestre, secondo cui col nuovo decreto Sostegni, in fase di approvazione, il Governo dovrebbe erogare 18 miliardi di contributi a fondo perduto alle aziende e alle partite Iva in difficoltà economica.