Il caso del cosiddetto ''cimitero dei feti'' a Roma, che avevamo già raccontato, ha forse un epilogo: dopo anni dalla scoperta di questa orribile situazione sono finalmente arrivate delle sanzioni da parte del Garante della Privacy: Roma Capitale e Ama sono state sanzionate per aver violato il GDPR, diffondendo dati sensibili e identificativi sulle donne che avevano abortito.

È uno scenario da incubo, dove il comune di Roma e la società Ama avevano deciso di seppellire i feti con targhette che contenevano nome e cognome della madre, violando sia il GDPR che la normativa sulla sepoltura dei feti. Il Garante della Privacy ha quindi preso una serie di misure per proteggere le donne coinvolte e impedire che questo scenario si ripeta.

Nonostante il provvedimento, è necessario continuare a vigilare sul rispetto del diritto di aborto e della privacy delle donne coinvolte, in particolare in situazioni come questa.

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