Dio è "digitale": il suo messaggio è sempre forte e chiaro. Noi siamo "analogici": la nostra ricevente è antica e poco efficiente, ed i messaggi arrivano a fatica. Ma possiamo imparare come ascoltare il Padre, non solo attraverso le nostre orecchie.
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Siamo sul terzo messaggio sui nostri cinque sensi, e su come questi siano un dono da Dio che dobbiamo sfruttare per avere un rapporto più intimo con lui.
Dopo aver parlato della vista e del tatto, oggi parleremo dell'udito.
L'udito è stato per millenni, prima della scoperta della scrittura, l'unico modo per avere interazione con l'altro; la memoria delle cose veniva trasmessa non attraverso i libri ma attraverso racconti.

Siamo stati creati come esseri visuali e tattili, ma se non avessimo avuto anche due orecchie, sarebbe stato ben difficile poter comunicare.
E invece, questa struttura semplice, una membrana, e tre ossicini, collegata ad una serie di terminazioni nervose fa arrivare all'interno del cervello degli impulsi elettrici che diventano suoni, e i suoni poi diventano parole, e le parole diventano concetti, idee, sentimenti,

Pensate se fossimo stati come i serpenti: nessuna membrana, nessun impulso elettrico, i serpenti sentono solo le “vibrazioni”, e per sentirle usano usano la “lingua”.  Ma, un attimo, la predicazione si intitola “udire Dio”; allora significa che Dio è udibile “solo” attraverso le orecchie?

Per fortuna nostra, Dio ci ha fatto con una capacità di “udire” che va ben al di là delle nostre due orecchie.
Il fondamento della fede in Cristo è che abbiamo un Dio che ha sempre parlato all'uomo, sin dalla creazione. Sapete, quale sia il primo libro della Bibbia, vero? No, non è Genesi; quello è il primo, nell'ordine cronologico con il quale sono state assemblati i vari libri per dare un filo “logico”, una sequenza temporale, una storia.
Il libro più antico della Bibbia è il libro di Giobbe: tutti conoscono la storia di questo uomo ricco e fortunato, che, a un certo punto della sua vita, perde tutto... e per 38 capitoli gli amici di Giobbe, la moglie di Giobbe, e Giobbe stesso cercano di darsi una spiegazione  del perché sia successo propri a lui.
E così, dopo trentotto capitoli, stanco di sentire stupidaggini e spiegazioni assurde, Dio compare sulla scena:
“Allora il Signore rispose a Giobbe dal seno della tempesta e disse...” (Giobbe 38:1)
Sin dal principio dell'avventura umana Dio ha voluto parlare con noi. Sono innumerevoli i passi della Bibbia dove è scritto “...e Dio disse”. 
Capitemi bene, io non sono uno di quelli che afferma di sentire costantemente la voce di Dio; ci sono occasioni in cui questo accade, e ci sono periodi dove rimango senza istruzioni, anche per molto tempo: ma questo non dipende da Dio,  ma dipenda da “io”, da me.
Lo spiega bene a Giobbe un suo amico, Eliu:
“Dio infatti parla in un modo o nell'altro, ma l'uomo non ci bada”  (Giobbe 33:14 ND)
Perché mi accade? Semplicemente perché sono ancora “analogico”, e invece dovrei essere “digitale”. Aspettate, non sono impazzito... Lasciate che vi spieghi.
Chi tra di voi ascolta ancora la radio? E, se la ascolti, con che cosa la ascolti? Se sei moderno, hai una o più “app” sul tuo smartphone che ti permettono di ascoltare in maniera “digitale” ovvero “perfetta” migliaia di radio nel mondo.
Se sei “antico” come me, la ascolti con una “radio” a transistor”, e la qualità dell'audio è completamente differente.
Trenta anni fa, quando andavo in Inghilterra con mia moglie, non c'erano gli smartphone, e neppure le app; il web era ai primordi.
L'unica maniera per poter ascoltare le notizie italiane, era una radio “ad onde corte” che diffondeva in modo “analogico” una sola stazione Rai; l'audio era pessimo,  talvolta passavo ore per riuscire ad “acchiappare” la trasmissione, che, tra l'atro, non trasmetteva tutta la giornata, ma solamente la sera.
Dio non è mai stato “analogico”, ma è stato da sempre “digitale”; il suo segnale è stato da sempre “forte e chiaro”... il problema è il ricevitore... io e te.
All'inizio, nel Giardino di Eden, il segnale era “forte e chiaro”, digitale. Ma col tempo, nei millenni, ci siamo allontanati dell'emittente e ci siamo “disabituati” ad utilizzare le nostre orecchie... che sono più di due.
Eliu diceva che Dio “parla in un modo o nell'altro”... ovvero, “Dio non parla solo attraverso la voce” e non lo puoi ascoltare solamente “attraverso le orecchie fisiche”.
Dio ci ha dotato di un bel po' di altre orecchie con cui ascoltarlo. Ecco un breve elenco di come Dio abbia parlato a suoi figli tratto dalle storie dell'Antico Testamento:  
attraverso un roveto ardente (Mosè),  attraverso una nuvola (che riempiva il Luogo Santissimo nel Tempio) attraverso degli angeli (ovvero messaggeri che intervenivano nella vita di credenti) attraverso una colonna di fuoco (che guidava il popolo nella notte) … e persino attraverso un'asina! (Numeri 22:30 – Balaam). 

Quali altre “orecchie” dovrei allora attivare per sentire la voce di Dio? In quali modi ci parla Dio, al giorno d'oggi?
1) Dio ci parla attraverso la Bibbia
Paolo afferma a Timoteo:
“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3:16-17)
La frase “ispirata da Dio”:, in realtà nell'originale è una sola parola: θεόπνευστος theopneustos; che significa “il soffio di Dio”.
La Bibbia non è un “buon libro” ma è il soffio del mio e del tuo Creatore;  è come un vento che porta ristoro, illuminazione, conoscenza.
Fatti conto che hai caldo, e in casa non hai l'aria condizionata: Cosa fai? Apri la finestra e la porta, e fai fare “corrente”.
Vale la stessa cosa per quando la vita “si fa calda”, stai soffocando e non respiri più.
Il soffio di Dio, il vento che rinfresca,  è presente nella sua Parola... ma la devi aprire per fare “corrente” con la finestra della tua vita.
Cinque minuti al giorno di “corrente” tra te e la Bibbia, e la temperatura della tua anima cambia.
2) Dio ci parla attraverso gli insegnanti
Ti è mai capitato di sentire una predica (da me o da altri) e di pensare: “ Ma Marco – o chi altro – ce l'aveva con me?”; oppure :” Ma Marco come faceva a sapere che erano queste le parole che mi servivano oggi?:
Non ero io, o qualche altro predicatore ad avercela con te, o a capire il tuo momento difficile per confortarti, ma  era Dio ti stava parlando!  Dio stava usando qualcuno con un dono di insegnamento  per parlare a te!
1 Tessalonicesi 2:13 dice:
“E mai ci stancheremo di ringraziare il Signore perché, quando avete sentito la nostra presentazione del Vangelo, voi non avete pensato che si trattasse di parole umane, ma l'avete preso per ciò che realmente è: la Parola di Dio che agisce in voi che credete.”  (1 Tessalonicesi 2:13 PV)
Se pensassi, anche per un solo istante di dover scegliere parole  che cambino la vita di chi ascolta sarei assalito dal terrore.
Ciò che faccio, che fa ognuno che predica, é predicare quello che Dio ha detto a me che devo cambiare di me o che vorrei che  nel mondo cambiasse.
Lo so che sembra assurdo. Per quanto possa sentirmi inadeguato,  piccolo, impreparato,  per quanto possa sentirmi indegno,  Dio USA la mia voce, come quella degli altri predicatori, per parlare al suo popolo;
con tutte le imperfezioni  e gli errori nella comunicazione, le parole di chi predica provengono da Dio.
E questo non lo dico io, ma Paolo:
“E noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali.” (1 Corinzi 2:13)
Ma, questo vale anche per te, se credi in Cristo!  Dio parla attraverso la tua voce,  attraverso i consigli che dai ai tuoi amici,  attraverso i versetti che citi o che scrivi sui segnalibri e che distribuisci a chi ami, attraverso i versetti che invii su Whatsapp.
3) Dio ci parla attraverso idee e sogni
Dio è il Creatore, ha una mente “creativa”. Quando Dio ti ha creato ha detto queste esatte parole.
“Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza “(Genesi 1:26)
Una parte di te sa creare, ma tu non sei Dio che può creare dal nulla, ci deve essere qualcuno che ti fornisce la “materia prima” per creare: le tue idee più brillanti, le “ispirazioni”” vengono da Dio. Per taluni (come me) arrivano attraverso i sogni.
Attenzione, perché le idee meno brillanti, quelle maligne, e distruttive, vengono dall'altro... sotto forma di “tentazioni”.
Quando Dio ti mette un'idea in testa si chiama ispirazione, quando Satana ti mette qualcosa in testa si chiame tentazione, quando tu ti metti qualcosa in testa si chiama suggestione!
Giovanni 14:26 dice:
“Ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi farà ricordare  tutto quello che vi ho detto.” (Giovanni 14:26)
La frase tradotta con “vi farà ricordare”  nell'originale greco è ὑπομιμνήσκω hypomimnēskō  ovvero “metterà nella tua mente”. 
Tu ci metti le travi, la calce e la manodopera... ma il progetto non è tuo,  è di Dio!
Attenzione, però  a cadere nell'estremo del “misticismo”,  che significa pensare che: “Tutto quello che penso me lo dice Dio!” Le tue “ispirazioni” debbono SEMPRE  superare la “prova Bibbia”.
Quando hai un'intuizione, un'ispirazione, un sogno che senti non provenire da te, poniti queste semplici domande
E' in accordo con la Parola  di  Dio, la Bibbia?”Mi rende più simile a Cristo?E' in accordo con i miei  doni e i miei  talenti?E' qualcosa che riguarda le mie responsabilità?Serve a convincere di peccato o a condannare per il peccato?Mi fa provare la pace di Dio?

Attenzione, non deve superare la maggioranza delle domande, 4 su 6, ma deve superare TUTTE le domande per essere ragionevolmente sicuri che si tratti della voce di Dio.
4) Dio parla attraverso la sofferenza
Può sembrare un mezzo strano strano, eppure è così. Ci sono decine e decine di Salmi dove questo viene affermato Davide ha affermato più volte:
“Nella mia angoscia ho invocato il Signore, ed egli mi ha risposto.” (Salmo 120:1)
C.S. Lewis ha scritto: “Dio sussurra nelle nostre gioie, parla nella nostra coscienza; ma quando siamo nel dolore egli ci chiama a gran voce; il dolore è come il megafono per svegliare un mondo ormai sordo.” 
La realtà è che a nessuno di noi  piace il cambiamento; e anche Dio lo sa.  Sa che non cambiamo quando vediamo le fiamme  ma quando sentiamo il calore. 
Abbiamo paura di cambiare  e non cambiamo sino a che il dolore  non diventa più grande della nostra paura di cambiare.  Voglio leggervi quello che scrissi circa venti anni fa
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“A quell'epoca fa facevo parte della chiesa di Monterosi; predicavo una decina di volte l'anno, partecipavo attivamente alle riunioni e gestivo il giornalino della chiesa. Dopo cinque anni dal mio arrivo in quella comunità  ero uno dei suoi “responsabili”.
Avrei dovuto essere soddisfatto; stavo lavorando attivamente per il Signore... Ecco, il problema era proprio quello; era diventato un “lavoro”. Non c'era più gioia, sentivo quello che facevo come un peso; nessuno aveva scelto quel ritmo di lavoro se non io. In una parola, stavo avvicinandomi ad essere “cotto”. Non vedevo più il “fine” di quello che stavo facendo
Poi, in un incidente banale, mio padre morì; lui era per me il “consigliere saggio” a cui aggrapparsi nei momenti difficili. Non mi sono mai sentito così “solo” e bisognoso di affetto, spaventato dal non poter più contare sui suoi consigli.
Ma, proprio in quel momento doloroso, ho visto il “perché” stavo lavorando per la mia chiesa. In quei mesi vi furono persone che mi aiutarono in ogni cosa; dal confortare mia madre disperata al guardare Matteo piccolo, al chiamare mia moglie che aspettava Ben. Dall'accompagnarmi negli uffici per le varie carte da preparare, al telefonarmi quasi ogni giorno per confortami, venire al negozio per darmi una parola di conforto. Tutto ciò per farmi sentire amato, farmi sentire desiderato ed importante, non solo nel mio dolore.
Ecco perché stavo lavorando! Perché la chiesa è questo! A distanza di anni, se riguardo indietro, vedo che Dio aveva colto il mio sommo dolore per insegnarmi che quello per cui lavoravo non era “lavoro” ma il “SUO” lavoro, l'edificazione della SUA chiesa locale, quel corpo che ora mi stava stringendo a se, dandomi amore, affetto, sostegno.”
Non so se tu ha provato, o forse stai provando adesso momenti simili al mio, nelle varie gradazioni possibili, da un piccolo ad un grande dolore. Ma sappi che Dio sta cercando di parlarti PROPRIO in quel momento, di sfruttare quello che è un male per volgerlo al bene; Ricorda che Dio è colui  che è capace di trasformare una crocifissione  in una resurrezione.
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Conclusione
Dio ci ha creati e fatti per ascoltarlo, attraverso differenti mezzi: fisici (i nostri occhi che leggono e le nostre orecchie che ascoltano), mentali (i nostri pensieri e i nostri sogni), esistenziali (le nostre esperienze ed i nostri momenti difficili.
Tocca a me ed a te, come credenti, di ascoltare la Sua Parola, la brezza che porta ristoro,  conoscenza, illuminazione conforto, guarigione.
Non pensare che la tua fede sia troppo piccola, se oggi pensi che sia impossibile che Dio parli proprio a te. La fede che ti serve è quella che Dio stesso costruisce e fortifica in te, attraverso suo figlio:
“Così la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo.” (Romani 10:17)
E non importa se è da tempo che non ascolti più la sua voce;  Cristo  è lì al tuo fianco,  e vuole portarti ad ascoltare la voce del Padre, e iniziare  o tornare a farsi una bella chiacchierata  col suo figlio, con la sua figlia amatissima. 
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